Se hai googolato la parola “capitolato domotica” è molto probabile che sei stato indirizzato su questo articolo.
Il capitolato per la domotica è un argomento piuttosto delicato e sono sempre un po’ titubante su come affrontarlo. E’ per questo motivo che ho già modificato 5 volte l’articolo prima di pubblicarlo.
Il perchè lo capirai tra poco. Come al solito non voglio nasconderti la verità, però ti avverto, se fosse la prima volta che entri in questo blog, ti invito a fare molta attenzione. Leggerai “cose” di cui nessuno ha voglia di parlare, anzi sono proprio argomenti taboo che molti evitano di proposito.
Perchè hai cercato “capitolato” e “domotica”?
Io qualche risposta l’avrei, ma sono pronto a scommettere che sei un professionista (in particolare un progettista elettrotecnico) che sta cercando una soluzione per un Committente.
Come lo so? Diciamo per esperienza, ma facciamo un passo alla volta.
Al termine “domotica”, non ho nulla da aggiungere rispetto a quello che ho già detto in molti altri articoli, tra cui questo o quest’altro. Anche tu sicuramente ti sarai fatto la tua idea e, se fosse diversa dalla mia, sono pronto ad un confronto.
Per quanto riguarda il capitolato, oltre alla definizione più classica che certamente conoscerai, io ne ho un’altra molto più attuale che si presta molto bene proprio al mio concetto di domotica:
“Il capitolato è una generica ed incompleta lista della spesa pensata e realizzata per fottere i soldi al Committente… e non solo!”.
Spero che almeno su questo tu sia d’accordo, e se non lo fossi, lascia almeno che ti spieghi il perchè.
Ti faccio un esempio pratico per aiutarti a capire meglio quello che intendo io. Ho già scritto una cosa simile, forse in un altro articolo, ma non ricordo se l’ho pubblicato o meno, comunque…
Diciamo che il Committente vorrebbe una torta. Una torta di quelle importanti, tipo quella del proprio matrimonio o quello del suo primo figlio (o prima figlia).
Oltre agli ingredienti, che ovviamente hanno la loro importanza, avrà anche un certo peso chi dovrà metterli insieme. E’ inutile dire che questa persona dovrà avere sia la capacità che l’esperienza tali da poter ottenere il risultato finale, altrimenti sarebbe tutto inutile.
Sarà proprio la torta a chiudere l’intera giornata di festa e … SORPRESAAAA!
Cosa direbbero gli sposi se dalla cucina uscisse una torta diversa da quella che hanno desiderato e se, addirittura, facesse pure cagare?!?!
Quella giornata sarebbe sicuramente rovinata e, per tutta la vita, rimarrebbe solo l’indelebile e terribile ricordo di una torta di merda, facendo passare in secondo piano anche tutti gli altri bei momenti trascorsi durante il fatidico giorno.
Traduco:
-
torta importante = investimento importante (domotica);
-
ingredienti = componenti e dispositivi dei vari sistemi o impianti;
-
chi dovrà mettere insieme le cose (pasticcere) = il “domotico della situazione”;
-
torta diversa (e che fa cagare) = impianto che non soddisfa le esigenze (e non funziona).
L’esperienza e la capacità di saper fare bene le cose è uguale per entrambi i lavori, così come il rimpianto di aver fatto la scelta sbagliata (del pasticcere o del domotico) lo si porterà comunque dietro per tutta la vita!
C’è però qualcosa che non torna in tutta questa vicenda… te ne sei accorto?
Un Committente, quando desidera una cosa di cui non ha competenza (banalmente perchè non è il suo lavoro), si rivolge ad un professionista che possa occuparsi di soddisfare la sua esigenza.
Ma se il presunto professionista non fosse in grado di fare ciò che gli è stato richiesto? Dovrà necessariamente rivolgersi a qualcun’altro (se non addirittura a più persone).
Nel caso del pasticcere, il Committente potrebbe rivolgersi a lui direttamente o indirettamente, se il suo interlocutore fosse il ristoratore in cui ha prenonato la sala per il “grande evento”. Però se ci fosse qualcosa che non dovesse andare bene, il responsabile lo si può trovare facilmente.
La “catena” è infatti piuttosto semplice:
Committente -> Pasticcere oppure
Committente -> Ristoratore -> Pasticcere
Se la torta dovesse proprio far cagare, la colpa sarà indubbiamente del pasticcere. Però anche il Ristoratore potrebbe rimetterci dei soldi per aver dato un “prodotto finito” non all’altezza delle aspettative. E’ chiaro che dopo questa esperienza, il Ristoratore si troverà con il dover cercare un altro fornitore, si spera, più preparato e competente del precedente per evitare altre figuracce (e di smenarci parte del suo guadagno) con suoi i clienti!
Nel caso della domotica invece la questione è più complicata (e delicata) come ti ho già anticipato all’inizio dell’articolo. Non sto parlando di un semplice impianto per accendere 4 luci e chiudere 3 tapparelle ma qualcosa di più complesso, altrimenti il Committente (o il suo Architetto) si sarebbe rivolto direttamente ad un installatore non pensi?
Bene, penso che su questo punto non possiamo che essere d’accordo.
Ora tu, progettista elettrotecnico, mettiti seduto e rilassato. Mentre continui a leggere non voglio che tu pensi che io ce l’abbia con te o che disprezzo il tuo lavoro e la tua professionalità.
Se sei d’accordo e pronto per continuare a leggere allora vai pure avanti. Se invece sei un tipo presuntuoso che pensa di conoscere già tutto ed essere un esperto di domotica allora ti chiedo gentilmente di lasciare il blog! La banda che stai occupando potrebbe essere utlizzata da altri nostri colleghi più interessati a conoscere la verità!
Come dicevo, io e te sappiamo benissimo che, indipendentemente che tu sia un Perito o un Ingegnere, di domotica integrata o di Smart Home conosci ben poco, soprattutto a livello “pratico”. Tutto questo è ancora più vero se hai già qualche capello bianco (o qualche capello in meno).
Non ti offendere. Non è colpa tua. Lo so benissimo perchè anche io ho i tuoi stessi “pezzi di carta” e sia alle superiori che all’università nessuno mi ha mai spiegato come funziona la domotica, figuriamoci una Smart Home che è una novità di quest’ultimo periodo.
Nella migliore delle ipotesi, se hai fatto qualche corso, potresti avere l’infarinatura su come si realizza un impianto bus (proprietario o standard) e poco di più.
Se invece fossi un giovane (< 30 anni), magari hai avuto la “fortuna” di avere qualcuno che ti ha spiegato almeno l’esistenza della domotica e forse hai anche assistito a qualche laboratorio tecnico o visita guidata in qualche grossa azienda.
Poverino, mi dispiace per te! Io questa tua “fortuna” la chiamo “sfiga”, perchè probabilmente ti hanno fatto il lavaggio del cervello inculcandoti (ho messo la “c” hai notato?) delle idee sbagliate o comunque non la verità di come “gira il mondo”!
Ricordi la storiella della torta che ti ho raccontato prima? Ricordi che ho citato i termini “capacità ed esperienza”?
Ecco, se sei “giovane”, ti manca l’esperienza e se sei “non giovane” ti manca la capacità, soprattutto pratica. Ripeto, non è colpa tua, è solo perchè il tuo lavoro principale è quello di fare carta in ufficio e non quello di installare e programmare “dispositivi sul campo”.
Lo so benissimo perchè mi capita spesso di aiutare progettisti ed installatori a risolvere il “loro problema con la domotica”. Anzi più che a risolvere, direi a PREVENIRE i problemi con la domotica. A risolvere i problemi, mi chiamano direttamente i Committenti insoddisfatti della loro “torta”!
Non voglio essere razzista e ripetitivo, ma dovresti stare attento anche a chi si spaccia per domotico ed invece non lo è. Se non lo hai ancora fatto ti consiglio di leggere questo articolo (sui sempre attuali system integrator).
La gente che arriva da altri settori e si improvvisa “esperta” sono quelli che fanno i danni più grossi, non solo a poveri Committenti ma anche a te progettista che ti affidi a loro. Quanto tempo dovrai perdere per trovare una soluzione (probabilmente gratis) per sopperire alle mancanze (professionali) di altri?
Diciamoci la verita. Che ci sia la domotica o meno, il capitolato non è nient’altro che un riassunto messo del progetto elettrotecnico standard sarà messo su un foglio di calcolo.
Ovviamente il progetto sarà composto dai soliti “pezzi”:
-
2 planimetrie (una per la parte di corrente forte ed una per l’illuminazione e gli altri impianti speciali tipo videocitofono, allarme ed antenna TV). Se ci fosse la domotica, l’unica cosa che cambierebbe sarebbero i riferimenti dei comandi rispetto ai punti luce presenti;
-
1 schema multifilare del quadro elettrico (o più schemi a seconda della quantità dei quadri presenti) con indicate le specifiche degli interruttori e del loro collegamento;
-
1 schema a blocchi (nel caso ci fosse più quadri elettrici);
-
1 relazione tecnica (che di solito è un copia/incolla del tuo ultimo lavoro simile) che riporta i soliti riferimenti normativi (se non cambiano, ma dal 2008 la situazione è praticamente uguale) e le definizioni/descrizioni standard tirate giù dalle guide o norme tecniche, ed i dati del Committente, unica vera variabile di tutta la relazione!
C’è chi divide la seconda planimetria con dentro tanti simboli in 2 giusto per non creare casino all’installatore, ma il succo del discorso non cambia.
Ma tutto il resto che riguarda gli altri impianti comandati della domotica o della smart home? Non so, banalmente, la rete cablata e wifi? E come sarà fatto il rack? La musica non la vogliamo mettere? E la distribuzione video? Non vorrai mica tralasciare la parte di supervisione… è il cuore di tutto il sistema e tu non solo non hai messo neanche un simbolino, ma non c’è nemmeno nella legenda!
Per tutti questi impianti in genere, i progettisti come te si affidano ad altre aziende che si occupano di installare e programmare ogni singolo impianto. Poi, alla fine, dovrebbe arrivare il “fenomeno” che dovrebbe far comunicare tutto con tutti.
Certo che ci vorrà del tempo per aspettare tutti i preventivi delle varie aziende per poi metterli insieme. Ma tu sei pienamente convinto di quello che hanno messo dentro e come funzionerà quell’impianto?
Sei pronto a metterci la tua faccia e la tua professionalità? Ti vedo un po’ titubante…
Una volta che hai reso tabellare tutti gli impianti (stiamo parlando di decine se non centinaia di pagine), tutta la lista della spesa andrà in pasto a dei General Contractor che si occuperanno di TUTTO. Con tutto intendo tutto, dalla domotica ai bagni, dal giardino all’arredo.
Che competenze ed esperienza hanno queste imprese generaliste? Soprattutto con le “cose tecnologiche”, visto che di solito sono abituati a tirare su palazzi con manodopera poco qualifica e pagata sottocosto.
Non sono razzista, ci sono delle gran brave persone che fanno molto bene il loro lavoro, però sono realista. Dubito che un manovale o un posatore di tubi sia anche preparato sulla parte tecnologica di un edificio.
Come progettista dovresti tutelarti per questa tipologia di lavoro, soprattutto se ti commissionano la direzione dei lavori.
Il “giro del fumo”, come dice qualcuno, in questo caso sarebbe:
Committente > Architetto > General Contractor che poi subappalterà i lavori alle varie ditte ed artigiani, soprattutto per la parti impiantistiche.
Sotto una di queste figure ci saranno anche:
-
il responsabile per la parte meccanica (o termotecnico o energetico) che si occuperà della parte idraulica e quella di riscaldamento/raffrescamento;
-
il responsabile per la parte elettrica ed elettronica (ovvero tu!) che dovrai smazzarti tutti quelli che hanno bisogno di un po’ di “scossa” per far funzionare le loro cose. Si, anche il termotecnico o l’idraulico avranno bisogno di te, perchè al giorno d’oggi senza corrente non gira neanche l’acqua!
Esatto…tutti dipendono da te, e per non usare molti giri di parole, per qualsiasi problema saranno cazzi tuoi! Ed allora perchè rovinarsi la vita facendo anche un capitolato?
Sai benissimo che poi andrà in pasto a degli squali e che il lavoro sarà affidato a quello con il prezzo più basso, che a sua volta subappalterà ad un altro e magari un altro ancora…
Ti dirò di più…
Tu ci hai messo il tuo impegno per fare il progetto, e le aziende che ti hanno “passato” le informazioni relative agli impianti di cui non ti sei occupato direttamente, hanno fatto le loro “proposte”.
Ora, visto che non stai realizzando un appalto pubblico, dove puoi (anzi devi) inserire sole le indicazioni del materiale utlizzato in modo che i partecipanti possano proporre un dispositivo “equivalente”, puoi inserire il marca e modello di ogni dispositivo previsto.
Da qui potrebbero nascere i primi problemi con le aziende che partecipano alla gara, ad esempio:
-
se non conoscessero i dispositivi in elenco (e quindi non sapessero come configurarli, programmarli, installarli, ecc…)?
-
se proponessero una loro idea “differente” di impianto o sistema?
Ma la questione più grave sarebbe se qualcuno dicesse che, visto il materiale presente in elenco, l’impianto non funzionerebbe correttamente perchè manca sicuramente qualcosa.
A questo punto come ti sentiresti? E che ripercussione avrebbe su chi dovrebbe fare l’integrazione di tutto l’impianto domotico? Ma chi avrà ragione, il tuo consulente di fiducia o la nuova ditta che gareggia per acchiappare il lavoro?
Capisci bene che a questo punto, per ogni virgola che hai dimenticato (soprattutto per colpa di altri), ma anche la più stupida variante che il Committente o l’Architetto vorranno fare in corso d’opera, faranno impennare esponenzialmente il costo finale mandandolo alle stelle.
Devo dire che quest’ultimo caso è quello che mi capita tutte le volte che prendo in mano un capitolato…
Ricordo perfettamente la storia di un Architetto che mi aveva contattato per avere un parere su un progetto che aveva ricevuto. Voleva avere la certezza che l’impianto proposto sarebbe funzionato e che i costi fossero commisurati alle opere proposte.
Precedentemente al nostro ultimo incontro, aveva depennato dal capitolato le righe riguardanti i touchscreen proposti (chi cazzo usa ancora i touch screen? ) ed aveva scritto a mano “ipad a parete”.
Quando ha ricevuto la revisione dell’offerta da parte del progettista/installatore, con la descrizione dell’pad invece che quella dei “touchscreen” ed il prezzo finale aggiornato mi ha mandato il tutto per fare le considerazioni finali.
Dopo aver valutato attentamente il pacchetto completo, gli avevo esposto le mie osservazioni dicendogli di fare molta attenzione perchè, così com’erano, gli ipad sarebbero serviti solo per vedere le foto. Esatto, proprio delle bellissime e costosissime cornici digitali (ricordati bene queste parole) e che se non avesse fatto modificare nuovamente il capitolato con gli altri dispositivi e servizi necessari (con i relativi costi), avrebbe avuto problemi con la Committenza.
Mi sono sentito rispondere “ci penseremo dopo”!
Dopo un bel po’ di mesi dalla consegna del cantiere mi sono risentito con l’Architetto e con l’occasione gli ho chiesto com’era andata con quel “vecchio lavoro”. Dopo un po’ di titubanza, mi ha confessato che i Committenti erano ancora in causa con il progettista e tutti gli installatori (elettricista, domotico, ecc…) perchè alla fine dei lavori le cose non funzionavano come avrebbero dovuto ed i costi avevano abbondantemente superato il preventivo stabilito all’inizio.
Ricordi le “cornici” che ti ho detto di memorizzare prima? Vuoi sapere cosa gli avevo detto all’architetto? Le parole precise non me le ricordo, però il succo del discorso era che:
Non si può togliere un touchscreen fisso a parete collegato direttamente al sistema bus (di qualsiasi marca o “standard” sia) e mettere un ipad, perchè:
-
-
i cavi necessari ai due dispositivi non sono gli stessi;
-
non sono state previste periferiche di rete attive. Solo i cavi CAT e le prese RJ45 non possono mettere in comunicazione tra loro i vari dispositivi;
-
non è stata prevista una rete wifi ma solo cablata. Dove si attacca il cavo di rete ad un tablet? In verità si può ma non entriamo troppo nei dettagli…;
-
non è stata prevista un’interfaccia (o gateway). Come fa un ipad (wifi) a comunicare con il sistema bus (cablato e senza attacco ethernet)?;
-
non è stato previsto un sistema di supervisione, ne tantomeno eventuali licenze per la parte software o delle applicazioni;
-
ecc…
-
Per tutte queste cose, ovviamente mancava sia il costo vivo dei dispositivi ma anche la parte di installazione, configurazione e programmazione.
In compenso avevano messo un rack da 42 RU (circa 2 metri di altezza) che occupava quasi l’intero ripostiglio solo per un patch panel con attaccate 4 prese di rete. Assurdo vero?
Già come circa il 40% dei costi in più che gli installatori hanno richiesto ai Committenti! Piuttosto che darli a loro, i Committenti hanno preferito darli agli avvocati!
Questo è solo un esempio e non tutti arrivano al 40% dei costi in più. C’è chi si ferma prima ma anche chi ha fatto togliere completamente tutto il vecchio impianto, cavi compresi, come la Sig.ra Meroni della Val Sassina che ha fatto scablare completamente una proprietà di 3 piani!!!
Pensi che i progettisti in questione abbiano fatto una bella impressione o la figura del cioccolataio? Cioccolataio è un termine che si usa nella mia zona ed indica una persona che sguazza nella poltiglia marrone (nulla a che vedere con la profumata e deliziosa cioccolata Svizzera!).
I Committenti chiamerebbero ancora questi progettisti per realizzare le case dei propri figli oppure li consiglierebbero ai loro amici? Io non sono tanto convinto…
Adesso spero che anche tu sia d’accordo con me che il capitolato è più un problema che altro, e non solo per i Committenti, ma anche per te.
Ogni artigiano o ditta che appalta, e poi subappalta e ri-subappalta ancora ogni pezzo del lavoro, va ad allungare la catena di intermediari riducendo inevitabilmente l’affidabilità di tutto il sistema,
E quando c’è un problema non si trova mai il colpevole, come il più classico “scaricabarile” all’italiana!
A te serve una soluzione per darne a tua volta una al tuo Committente, non fare un capitolato generico e generalista che incasinerà la vita di entrambi. Hai bisogno di qualcuno che possa darti delle certezze ed alleggerire il tuo lavoro perchè il tuo le Committente, le vuole da te. Sei un professionista cazzo, non un “domotico improvvisato“!
Tu non sei un “pasticcere”, ma puoi fare benissimo la parte del Ristoratore. Per i Committenti è più facile trovare te che sei un professionista piuttosto che uno specialista di “qualcosa” che non sanno nemmeno che esiste.
Devi trovarti un consulente fidato o un team ristrettissimo di persone con cui collaborare ed iniziare a fare nuovi lavori. Da qui ne trarrai tanti benefici e vantaggi. Se non un guadagno economico diretto, potresti almeno risparmiare il tuo tempo e le limitare le varie rotture di palle!
L’importante è che tra di voi ci sia molta comunicazione (non social… ma riunioni con confronti diretti ed esempi concreti) e fiducia, altrimenti è tutto inutile. Se ognuno giocasse al “se posso ti inculo” tanto vale che continui a fare i capitolati!
Se non sei d’accordo con quello che ho scritto, ripensa almeno ai lavori che hai fatto. Sono sicuro che se tiri la riga finale (tempo, costi, impegno, rotture di palle, ecc…), non penso che sei tanto lontano da quello che ho detto finora!
Alla prossima
Fabio